Gli impianti di raffinazione di Bellisio Solfare

L’affascinante storia della raffineria di Bellisio Solfare nel Comune di Pergola è legata a quella del bacino minerario di Cabernardi e Percozzone ed inizia intorno al 1870, quando il Cav. Brilli-Cattarini, proprietario di vasti possedimenti terrieri di Pergola, effettua le prime esplorazioni del sottosuolo.

Nel 1878 partono i primi lavori di costruzione della raffineria di zolfo di Bellisio Solfare ad opera della Società tedesca Buhl-Deinhard. Il progetto tiene conto anche di una futura ferrovia per facilitare il trasporto del minerale depurato. Il progetto di Ascanio Ginevri del 1872 prevede la costruzione del tronco ferroviario Fabriano – Sassoferrato – Bellisio Solfare – Pergola, poi completato nel 1895.

Nel 1888 la miniera di Cabernardi comprensiva della raffineria entra ufficialmente in attività sotto la direzione dell’Azienda Solfifera Italia di Coblenza (Germania), appositamente costituita. Il minerale estratto è preventivamente trattato nei calcheroni o nei forni. Nel 1890 lo stabilimento di Bellisio Solfare risulta composto da forni per raffineria dello zolfo, due mulini a macchina mescolatrice ad acqua con turbine e due case d’abitazione. Nel 1892 la raffineria di Bellisio è ampliata con l’aggiunta di 6 storte (recipienti per la distillazione), arrivando così a 24 storte capaci di distillare 24 tonnellate di zolfo al giorno. Nel 1893 si ebbe la costruzione di una galleria (mai ultimata), per il trasporto del minerale dalla miniera alla raffineria.

Nel 1900 il Commendatore Cesare Trezza acquista la raffineria dall’Azienda Solfifera Italia, successivamente ceduta alla Società Anonima Sulfuree Trezza-Romagna con sede a Genova (1902). Dopo il passaggio di proprietà lo stabilimento di Bellisio Solfare subisce un notevole incremento di superficie con la costruzione di un secondo mulino a macchina mescolatrice, nuovi magazzini e depositi per lo zolfo, fabbricati con locali per macchina mescolatrice, macchina per luce elettrica, gabinetto di chimica ed officina per fabbri e falegnami. Aumenta anche il numero delle abitazioni, si costruisce un mulino da cereali con due macine e completa la costruzione di un bacino idroelettrico sul fiume Cesano a monte della raffineria. Il personale è incrementato in modo considerevole, arrivando a 156 operai, di cui 108 uomini sopra i 20 anni e 48 ragazzi tra i 16 ed i 20. Nel, 1904 a Cabernardi, entrano in funzione i primi forni Gill, grazie ai quali si verifica un sensibile incremento nella resa produttiva degli impianti di fusione. Nello stesso anno sono allestiti nuovi impianti a Bellisio Solfare come la linea funicolare di trasporto, dotata di carrelli e lunga 5 Km circa, che parte dalla miniera di Cabernardi, a metà percorso si inserisce il ramo proveniente da Percozzone, e lo zolfo è così trasportato alla raffineria e da qui alla vicina stazione ferroviaria di Bellisio Solfare dove sono a disposizione diversi vagoni merce per il trasporto del minerale.

Le miniere e la raffineria sono successivamente cedute alla Montecatini – Società Generale per l’Industria Mineraria di Milano. Il passaggio di proprietà delle miniere di Cabernardi (395,66 ettari), di Percozzone (237,60 ettari) e della raffineria di Bellisio alla Montecatini è sancito con atto notarile del 22 Novembre 1917.

La nuova società diede forte impulso alla produzione ed a Bellisio Solfare nacquero nuovi e più moderni impianti per la raffinazione. Nei pressi della stazione ferroviaria fu edificato un edificio per i dirigenti dello stabilimento e per ospitare saltuariamente illustri personalità politiche ed industriali. Sorse un nuovo quartiere popolare con Chiesa parrocchiale, ufficio postale, stazione dei Carabinieri e circolo ricreativo. Bellisio Solfare rappresenta per la prima metà del secolo scorso, in un contesto prettamente agricolo di sussistenza, un centro sociale ed economico di grande rilievo ancora più importante considerando il vicino complesso minerario a Sassoferrato.

Le fasi belliche portano stravolgimenti sociali legati a diversi fattori, uno dei più evidenti è la diminuzione di manodopera attiva, stornata ad altre occupazioni. Carenza di personale, problemi economici, possibili danneggiamenti da attività belliche caratterizzano la realtà lavorativa.
Nel 1944 la frazione di Bellisio Solfare subisce un bombardamento da parte di aerei alleati per fermare il flusso di zolfo verso l’industria bellica. Sono colpiti la Chiesa parrocchiale con l’annesso l’asilo infantile e le abitazioni private, mentre restano illese la stazione ferroviaria e le attrezzature minerarie, vero obiettivo. Il tributo di vite umane fu molto pesante per la piccola comunità: 32 morti tra cui tutti i bambini dell’asilo infantile. Alla fine della guerra la raffineria di Bellisio Solfare aveva subito danni notevoli (si stimano circa 150 milioni di lire).
L’inizio del periodo post-bellico fu caratterizzato dalla ricostruzione degli impianti distrutti durante il conflitto, particolarmente nella raffineria. È ricostruita la cabina elettrica di trasformazione, metà del reparto di raffinazione con due forni della capacità complessiva di circa 1.000 tonnellate al mese, la stazione d’arrivo della teleferica e l’officina di riparazione annessa alla raffineria. Con la ricostruzione di un altro impianto a due polverizzatori e l’edificazione di uno nuovo simile ai precedenti, anche la vecchia camera di sublimazione è attrezzata a magazzino dello zolfo macinato.

foto a sinistra: autore: Stefani, Bruno (1901/1978), fotografo principale; luogo e data della ripresa: Bellisio Solfare, Pergola (PU), Italia, 1930-1940; collocazione: Milano, Centro per la cultura d’impresa, fondo Edison, EDS_ST_DV_1983

L’attività riprende a pieno ritmo negli impianti in grado di funzionare e la produzione riguarda lo zolfo raffinato in pani (900 tonnellate al mese). Nella raffineria lavorano 110 operai manovali e 10 operai specializzati. Il trasporto del materiale raffinato si effettua a mezzo di autocarri noleggiati, fino agli scali ferroviari più vicini di Fabriano, Monte Carotto, Marotta e Senigallia. I prodotti sono destinati ai consorzi agrari e ad altri enti agricoli e commerciali diversi. Piccola parte del raffinato in pani riforniva industrie specifiche come quella dei fiammiferi.

Per quanto riguarda l’energia elettrica, la Società Montecatini ha un contratto di fornitura con l’Unione Esercizi Elettrici, al prezzo stabilito di lire 2,05 per KWh. La cabina elettrica di trasformazione è alimentata da una linea ad alta tensione di 30.000 volt. Poiché l’energia elettrica fornita è però insufficiente, si prevede una sospensione notturna fra le 23 e le 3, durante la quale si aziona un motore Diesel-Bolinder che alimenta il gruppo termoelettrico di riserva.

Nel 1952 un rapporto della Montecatini del 6 maggio annuncia che l’area mineraria è in via di rapido esaurimento e si prospetta una riduzione drastica di produzione e di manodopera. È l’inizio della stagione degli scioperi che è passata alla storia come la lotta dei “sepolti vivi”, locuzione coniata da Gianni Rodari, giovane e coraggioso reporter all’epoca dei fatti.

Il destino della comunità di Bellisio Solfare e dell’importante attività economica ivi situata che va ben oltre i confini del Comune di Pergola, segue le sorti delle miniere di Cabernardi e di Percozzone. La drammatica mobilitazione vede 176 operai segregarsi nella miniera invece di smontare dal turno di notte, rimanendo nelle gallerie del 13° livello a 500 metri di profondità, mentre altri 161 si fermano nei cantieri all’esterno. 41 giorni di sciopero non portano tuttavia ad invertire la tendenza in atto da parte della Montecatini. Nel 1959 le miniere sono chiuse e la raffineria di Bellisio Solfare smobilitata.

Oggi le miniere di Cabernardi, Percozzone e Vallotica e la raffineria di zolfo con gli stabili relativi a Bellisio Solfare rappresentano un inestimabile patrimonio culturale materiale ed immateriale per i Comuni di Arcevia, Pergola e Sassoferrato che, grazie al Parco Museo Nazionale dello Zolfo di Marche e Romagna, istituito dal Ministero dell’Ambiente con il Ministero della Cultura e la Regione Marche, è tutelato e in fase di valorizzazione.

foto a destra: autore: Stefani, Bruno (1901/1978), fotografo principale; luogo e data della ripresa: Bellisio Solfare, Pergola (PU), Italia, 1930-1940; note: Bellisio Solfare. Deposito dello zolfo: cataste. Un operaio solleva un pane di zolfo. Collocazione: Milano, Centro per la cultura d’impresa, fondo Edison, EDS_ST_DV_1977

bandiera inglese

The history of the Bellisio Solfare refinery in the Municipality of Pergola is linked to that of the Cabernardi and Percozzone mining basin and began around 1870, when Cav. Brilli-Cattarini, owner of vast land holdings in Pergola, carries out the first explorations of the subsoil.

In 1878 the first construction works of the Bellisio Solfare sulfur refinery started by the German company Buhl-Deinhard. The project also takes into account a future railway to facilitate the transport of the refined mineral. The 1872 project by Ascanio Ginevri envisages the construction of the Fabriano – Sassoferrato – Bellisio Solfare – Pergola railway section, which was then completed in 1895.

In 1888 the Cabernardi mine including the refinery officially went into operation under the direction of the specially established Azienda Solfifera Italia of Koblenz (Germany). In 1890, the Bellisio Solfare factory was made up of furnaces for the sulfur refinery, two mills with water-powered mixing machines and turbines and two residential houses. In 1892 the Bellisio refinery was expanded.

In 1900, Commendatore Cesare Trezza bought the refinery from the Azienda Solfifera Italia, which was subsequently sold to the Società Anonima Sulfuree Trezza-Romagna based in Genoa (1902). After the transfer of ownership, the Bellisio Solfare plant underwent a considerable increase in surface area. The number of houses also increased, a cereal mill with two millstones was built and the construction of a hydroelectric basin on the Cesano river upstream of the refinery was completed. The personnel increased considerably, reaching 156 workers, of which 108 men over 20 years old and 48 boys between 16 and 20. In 1904 in Cabernardi, the first Gill ovens came into operation, thanks to which a significant increase in the production yield of the smelting plants. In the same year new plants were set up in Bellisio Solfare such as the funicular transport line, equipped with trolleys and about 5 km long, which starts from the Cabernardi mine, the branch coming from Percozzone is inserted halfway through, and the sulfur is thus transported to the refinery and from here to the nearby Bellisio Solfare railway station.

The mines and the refinery were subsequently sold to Montecatini – Società Generale per l’Industria Mineraria of Milan. The transfer of ownership of the mines of Cabernardi (395.66 hectares), of Percozzone (237.60 hectares) and of the Bellisio refinery to Montecatini is sanctioned with a notarial deed dated 22 November 1917.

The new company gave a strong boost to production and new and more modern refining plants were created in Bellisio Solfare. A building was built near the railway station for the managers of the plant and to occasionally host political and industrial personalities. A new popular district arose with a parish church, post office, police station and recreational club. Bellisio Solfare represents for the first half of the last century, in a purely agricultural context of subsistence, a social and economic center of great importance even more important considering the nearby mining complex in Sassoferrato.

The war phases bring social upheavals linked to various factors, one of the most evident is the decrease in active manpower, transferred to other occupations. Shortage of personnel, economic problems, possible damage from war activities characterize the working reality.

In 1944 Bellisio Solfare was bombed by Allied aircrafts to stop the flow of sulfur towards the war industry. The parish church with the annexed kindergarten and private homes are affected, while the railway station and mining equipment, the real target, remain unharmed. The toll in human lives was very heavy for the small community: 32 dead including all the children in the nursery school. At the end of the war, the Bellisio Solfare refinery had suffered considerable damage (an estimated 150 million lire).

The beginning of the post-war period was characterized by the reconstruction of the plants destroyed during the conflict, particularly in the refinery. The activity resumes at full speed in the plants and the production regards the refined sulfur in blocks (900 tons per month). 120 workers are employed in the refinery. The transport of the refined material is carried out by means of hired trucks, up to the nearest railway stations of Fabriano, Monte Carotto, Marotta and Senigallia. The products are intended for agricultural consortia and other various agricultural and commercial entities. A small part of the refined bread supplied specific industries such as that of matches.

In 1952 a report by Montecatini dated 6 May announced that the mining area was rapidly depleting and a drastic reduction in production and manpower was expected. It is the beginning of the season of strikes that has gone down in history as the struggle of the “sepolti vivi” (“the buried alive”), a term coined by Gianni Rodari, a young and courageous reporter at the time of the events.

The destiny of the community of Bellisio Solfare and of the important economic activity located there which goes well beyond the borders of the Municipality of Pergola, follows the fate of the mines of Cabernardi and Percozzone. The dramatic mobilization sees 176 workers segregate themselves in the mine instead of dismounting from the night shift, remaining in the tunnels on the 13th level at a depth of 500 metres, while another 161 stop at the external construction sites. However, 41 days of strike did not lead to a change in Montecatini plans. In 1959 the mines and the Bellisio Solfare refinery were closed.

Today the Cabernardi, Percozzone and Vallotica mines and the sulfur refinery with the buildings related to Bellisio Solfare represent a precious material and immaterial cultural heritage for the Municipalities of Arcevia, Pergola and Sassoferrato which, thanks to the National Sulfur Museum Park of Marche and Romagna, set up by the Ministry of the Environment with the Ministry of Culture and the Marche Region, is protected and is being developed.

Punti di vista

Alcuni scatti dal sito minerario